Visto il consenso
dei pochi a cui era stato inizialmente indirizzato, rivolgiamo questo appello a
tutti i compagni che pensiamo possano essere interessati a partecipare
all'iniziativa. Pensiamo di poter avere la prima riunione nazionale, per
prendere insieme tutte le decisioni necessarie, entro la metà di luglio.
Proposta di costituzione di un
Centro
comunista di documentazione, di ricerca e di formazione
L’iniziatva
del 17 marzo a Firenze per il 60° della morte di Stalin non intendeva
minimamente ripercorrere le vecchie strade di celebrazioni identitarie rivolte
a ristretti nuclei di compagni e di compagne, ma voleva riprendere un discorso
di largo respiro sull’intera esperienza del movimento comunista.
Ripartire
da Stalin ha il carattere di una sfida, sia per rovesciare il punto di vista
che, grazie al revisionismo storico, si è andato affermando, sia per combattere
l'anticomunismo che – attraverso la lente deformante dell'”antistalinismo” – ha
rovesciato la lettura materialistica degli avvenimenti che hanno caratterizzato
il '900 a partire dalla Rivoluzione d'ottobre, sia per restituire ai comunisti
la capacità di utilizzare il marxismo per interpretare e trasformare la realtà
del nostro tempo.
Quindi,
aver posto la questione Stalin come punto discriminante di ripartenza per
affrontare il lavoro che intendiamo fare è stato non solo un atto di chiarezza
e di rottura con correnti revisioniste, neotrotskiste e anarco-movimentiste che
ancora influenzano pesantemente le posizioni politiche e le forme di
organizzazione pur antagoniste che si sono andate sviluppando a partire dagli
anni '60, ma che, sulle questioni interpretative del movimento comunista,
accettano il punto di vista della borghesia e lo supportano.
Il
crollo e la controrivoluzione nell’URSS e negli altri paesi dell'Est europeo e il
degrado prima e, poi, la liquidazione di tanti partiti comunisti – tra cui il
PCI – hanno creato enormi difficoltà a quei nuclei di comunisti che hanno
resistito e continuato tenacemente a remare controcorrente. Le difficoltà
obiettive e il pensiero borghese dominante – anche per il ruolo giocato da
vecchi carismi e dalla deriva delle disciolte organizzazioni –, in uno con lo schematismo
ideologico e con l’impostazione meccanicistica del rapporto tra i richiami
teorici e la realtà, hanno reso impossibile rompere l'isolamento.
Il
rifiuto o, comunque, le persistenti difficoltà ad analizzare onestamente questi
limiti hanno comportato un ripiegamento sempre maggiore e la perdita di
influenza di posizioni coerentemente comuniste, le quali si sono ridotte, di conseguenza,
a mera fraseologia e a pura propaganda, proprio nel momento in cui le crisi
della società capitalistica e del movimento comunista impongono, invece, una
profonda riflessione sulla natura di queste crisi e sulle prospettive. Peggio
ancora, il termine “comunista” è servito spesso in questi anni a organizzazioni
e a personaggi – puntualmente concordi con il pensiero dominante
sull’interpretazione del comunismo novecentesco – per contrabbandare posizioni
che nulla avevano e hanno a che fare con la teoria e con la prassi dei
comunisti.
La
decisione di una parte dei partecipanti all'incontro di Firenze di costituire
un Centro di documentazione, di ricerca e di formazione – va esattamente nella
direzione di creare uno strumento di lotta teorica con la finalità non solo di
rintuzzare la demonizzazione e la demolizione della storia del movimento
comunista, ma anche di aprire – attraverso la riappropriazione e la diffusione
degli strumenti teorici e metodologici del pensiero critico marxista – una
discussione a tutto campo per contribuire a sciogliere i nodi che si sono
accumulati.
Questo
lavoro non sarà riservato ad un cerchio ristretto di addetti ai lavori né
destinato a fini accademici. Avrà una caratteristica militante e sarà anche e
sopratutto un lavoro unitario tra comunisti che intendono superare la miseria
attuale di impostazioni e di politiche che hanno reso perfino la difesa dei
principi comunisti una caricatura fuori da ogni impostazione scientifica e
materialistica.
Ovviamente
non è possibile avere la certezza del risultato né pretendere di avere ruoli
esclusivi: obiettivo è solo quello di contribuire a superare una situazione
stagnante in cui l'anticomunismo la fa da padrone, la “sinistra” si dimostra
sempre più calata nel suo ruolo di supporto dell’avversario e i comunisti
stentano a ritrovare il proprio ruolo.
Facciamo
appello ai comunisti ad impegnarsi assieme a noi in questa sfida e a
collaborare al progetto della costituzione del Centro comunista di ricerche,
documentazione e formazione. Il Centro avrà sede, in totale autonomia, a
Napoli, presso la Biblioteca “Concetto Marchesi” del Centro Culturale “La Città
del Sole” e sarà articolato in un coordinamento, in un consiglio di gestione,
in strutture operative articolate sul territorio.
Il
progetto prevede anche il collegamento con tutte le iniziative editoriali e
mediatiche che possono dare un apporto importante alla sua realizzazione. Sarà,
dunque, un lavoro collettivo e unitario di cui definiremo insieme le prime
scadenze dopo i necessari riscontri.
Per
il momento, come base di discussione, proponiamo uno schema operativo sulle
questioni in cui il Centro dovrà impegnarsi.
1)
Il quadro storico al momento e dopo la Rivoluzione d'ottobre. Il movimento
comunista dopo la morte di Lenin. Le scelte del partito bolscevico e
dell'Internazionale comunista. L'altro punto di vista – quello dei comunisti –
sulle vicende dell'URSS, sulle scelte del Partito bolscevico e su Stalin, sulla
linea dell 'IC, sul ruolo dei partiti comunisti.
2)
I risultati raggiunti fino alla morte di Stalin. La svolta del '56 e le
sue implicazioni sulle sorti dell'URSS, della Cina, e della involuzione dei
partiti comunisti. Il '900 come secolo della sfida rivoluzionaria dei comunisti
e dei popoli.
3)
Quale realtà materiale e quali spiegazioni oggettive sono sottese a questa
svolta? Il marxismo e il leninismo alla prova del XX secolo. Bilancio del
processo di trasformazione avviato dai comunisti. La lotta tra le due linee
nell'epoca delle rivoluzioni: il materialismo storico e dialettico contro il revisionismo
teorico e l’opportunismo politico.
4)
A che punto siamo? Ipotesi di discussione fuori da logiche neorevisioniste e da
rivoluzionarismi astratti. Rigore teorico o ortodossia, flessibilità tattica o
opportunismo. L’Europa e il resto del mondo; proletariato e popoli: un diverso
internazionalismo; patrimonio storico e nuove esperienze. Analisi concreta
della situazione concreta: percorsi di lavoro per giungere a definire una
tattica e una strategia rivoluzionaria dei comunisti.
Il
Centro potrà contare inizialmente sui fondi librari e archivistici della
Biblioteca “Concetto Marchesi” e dell’Archivio Storico del Movimento Operaio di
Napoli che lo ospitano. È auspicabile che nel tempo altri strumenti del genere
– tradizionali e informatici – possano affiancare il Centro nel suo lavoro.
Sarà preciso impegno del Centro operare in questa direzione, anche favorendo la
costituzione di nuove strutture.
Il
programma di lavoro e il calendario degli impegni, così come le forme
organizzative – coordinamento, consiglio di gestione, strutture operative
articolate sul territorio e le relative responsabilità – saranno definiti nella
prima riunione di tutti i comunisti che intenderanno partecipare a questo
comune impegno e che verrà fissata di comune accordo.
Auspichiamo
che questa iniziativa incontri il vostro favore critico e, dunque, la vostra
adesione
Restiamo
in attesa di una gradita risposta.
12 giugno 2013
Per il Comitato
promotore
Sergio Manes
Nessun commento:
Posta un commento