Nel caso che i
precedenti messaggi non siano stati ricevuti o letti da qualcuno, inoltro
nuovamente l'ultimo di quelli già inviati con lo schema della discussione per
l’annunciato appuntamento del 20 luglio p.v.a Napoli, nella sede
del Centro Culturale “La Città del Sole” al vico Giuseppe Maffei n. 4, alle ore
10,30, che vuole aprire il confronto e avviare la formazione del Centro
Comunista di Documentazione, Ricerca e Formazione.
Lo schema
tiene già conto del punto di vista, delle proposte di lavoro e dei suggerimenti
che alcuni compagni hanno intanto fatto pervenire. Sarà utilissimo che tutti –
anche quelli che non potranno partecipare di persona – facciano pervenire una
valutazione critica costruttiva su quanto è stato già messo in campo ed è in
discussione. Tra i compiti del costituendo Centro c’è sicuramente anche quello
di recuperare e praticare un corretto stile di lavoro ed è quanto mai opportuno
iniziare anche dalla buona vecchia abitudine di far conoscere in anticipo le
questioni in discussione.
Invito
nuovamente tutti voi a fare il possibile per essere presenti. Si tratta – come
già dicevo nelle precedenti comunicazioni – “di un primo incontro –
interlocutorio ma essenziale – a cui è importante che siano presenti i compagni
effettivamente e fortemente motivati a proseguire il cammino” fin dall’inizio
dell’autunno, sfruttando il periodo estivo per preparare quanto necessario.
Saluti comunisti.
Per il Comitato promotore
Sergio Manes
Cari
compagni,
lo
schema delle questioni da discutere nella riunione del 20 luglio p.v.(ve lo ricordo: a Napoli, nella sede del Centro
Culturale “La Città del Sole” al vico Giuseppe Maffei n. 4, alle ore 10,30, per
confrontarci e avviare la
formazione del Centro Comunista di Documentazione, Ricerca e Formazione)
vi era già stato anticipato nelle precedenti comunicazioni. D’altro canto uno
scarno – e ovvio – ordine del giorno non aiuterebbe molto l’avvio di un
confronto che, invece, richiede una serrata e consapevole discussione. È sembrato,
allora, più utile e corretto anticipare – per punti e nelle sue linee
essenziali – la relazione introduttiva alla riunione – che, del resto ricalca
lo schema già fatto circolare, integrato dalle osservazioni e dai suggerimenti
intanto pervenuti – in modo che ne siano informati anche i compagni che per
motivi diversi non ne avessero avuto conoscenza, ma anche perché in tal modo i
compagni che saranno presenti avranno modo di meglio articolare il loro
intervento, mentre quelli impossibilitati a partecipare potranno – se lo
riterranno opportuno – far pervenire un loro contributo critico.
I
compagni perdoneranno, quindi, la lunghezza.
1.
Scopi e finalità
Pur avvertendo l’esigenza primaria della
ricostruzione del partito, il Centro Comunista
di Documentazione, Ricerca e Formazione non opererà in supplenza né
interferirà con l’operato di altre organizzazioni che hanno questo come loro
obbiettivo dichiarato. Esso, anzi – attraverso la comune riflessione
sull’esperienza storica, la generale riappropriazione della visione del mondo e
del metodo marxisti e una serrata lotta ideologica attiva –, darà la propria
concreta collaborazione per definire insieme i termini della critica dell’economia
politica del nostro tempo e della trasformazione dello stato di cose presente.
·
Il
Centro, dunque, nasce con l’obbiettivo di essere luogo organizzato di
attività e iniziativa dei comunisti, ma non vuole e non deve essere l’ennesimo
aggregato di tipo partitico, né organismo di tipo teorico e accademico (tipo
“istituto”).
·
È organismo dichiaratamente “comunista” – non
soltanto “marxista” – proprio per riaffermare l’orgoglio comunista e
rivendicarne la storia, nella consapevolezza di dover comprenderne e superne
limiti ed errori; perché sia chiaro che la sua finalizzazione non è accademica,
ma storica, vale a dire politica e militante; affinché il suo percorso includa
le intelligenze e le lotte di militanti comunisti – ivi compresi gli
intellettuali che siano concretamente impegnati nello scontro di classe –, a
prescindere dalle appartenenze, e che nell’impegno comune possano maturare
motivi di condivisione di progetti e di lotte.
·
Opererà non realizzando “studi” astratti frutto
di soggettivismo e unilateralismo, ma su basi concrete documentarie
riproponendo la concezione e il metodo di lavoro scientifico di Marx e di Lenin
attraverso il recupero della memoria, della visione del mondo e degli strumenti
del socialismo scientifico per poterli integrare e investire nello scontro di
classe.
·
Consapevole del ritardo accumulato nella comprensione
dei modi in cui la realtà dello scontro di classe si è evoluta, il Centro
finalizzerà le sue analisi e le sue ricerche alla verifica concreta nella
realtà di ipotesi di trasformazione dell’esistente
·
Poiché anche la teoria più scientifica del mondo
per potersi “impossessare delle masse” e da buon proponimento diventare fattore
attivo della storia ha bisogno che uomini in carne ed ossa sappiano
consapevolmente interpretarla e applicarla, il Centro opererà anche per colmare l’altro
complementare ritardo del movimento comunista contemporaneo, quello della
formazione, intesa, tuttavia, non come “scuola di partito”, ma come ricaduta
naturale sia a livello di massa, sia a livello dei militanti della elaborazione
realizzata in stretta connessione con le lotte delle classi subalterne e dei
popoli. Ma anche come proiezione e investimento per il futuro. In quest’ambito
è auspicable che questo impegno si possa svolgere in collaborazione e sinergia
con altre realtà organizzate.
·
In mancanza del partito e nella consapevolezza
di non poterlo improvvisare, è impresa difficilissima per mantenere il giusto
equilibrio e non scivolare gradualmente verso le insidie sempre in agguato del
gruppettarismo o del’ideologismo astratto
·
Il Centro non lavorerà perseguendo obbiettivi
angusti e sterili di polemica con qualsivoglia parte politica, né riproponendo
vecchie “certezze” con lo sguardo rivolto al passato, né assumendo il proprio
bagaglio di conoscenze come dato e immutabile. IL Centro lavorerà sui fatti,
sulle contraddizioni aperte della realtà contemporanea e cercherà la verifica
del proprio lavoro di analisi concreta della realtà concreta nello scontro di
classe, fuori da ogni rappresentazione e utilizzo stereotipati e metafisici
delle categorie e del metodo del socialismo scientfico.
In particolare il Centro opererà per:
a. sconfiggere il revisionismo
(storico e teorico), il trotzkismo, movimentismo, etc.
b. riaffermare valori, contenuti,
metodi e orizzonti del m-l
c. applicare gli insegnamenti
dell’esperienza e della teoria all’analisi della realtà attuale
d.
creare le condizioni per il confronto e la lotta
dei comunisti su obbiettivi condivisi
e.
contribuire a formare consenso di massa al
comunismo e giovani militanti
Il Centro eviterà:
f. concezioni e tentazioni da piccolo gruppo o, peggio, da
ennesimo partitino
g. impostazioni
e derive di tipo aristocratico e accademico, di fatto separate dalla militanza
e della lotta di classe
h. confusione tra
politica e ideologia pensando che una conoscenza astratta della teoria sia
tutto quello di cui i comunisti hanno bisogno per cambiare lo stato di cose
presente
i. schematismo e
dogmatismo, rifuggendo dall’ortodossia, ma non dal rigore
l. ogni
interpretazione opportunista e ogni “nuovismo”, pur mantenendo la necessaria
flessibilità
2.
Programma
In questa fase è prematuro parlare già di un vero
organico programma di lavoro che potrà – e dovrà – essere al più presto messo a
punto non appena sarà stata avviato il dibattito e il Centro potrà avere le sue
prime strutture organizzate.
Fin d’ora, tuttavia, è possibile e necessario che si pasi
al più presto dalla fase meramente progettuale ad una operativa, seppure
parziale, ma per un verso fondata sulle reali potenzialità e disponibilità, per
altro verso propedeutica alle future attività.
Per questi motivi sembra opportuno in
questa fase iniziale:
a.
fare appello a realtà comuniste organizzate e a
singoli militanti per averne il sostegno e la partecipazione a questa
iniziativa, senza intenti egemonici e senza illusioni che questo percorso possa
surrogare altre esperienze ed esigenze;
b.
operare perché il Centro possa avere riferimenti
e referenti decentrati ovunque sia possibile, in modo da avere maggiori
garanzie che l’impegno sia legato alle contraddizioni reali e alla militanza
dei compagni; naturalmente bisognerà essere attenti a non degradare e
disperdere nel localismo l’impegno profuso;
c.
senza investimenti e appesantimenti burocratici
organizzare una struttura centrale effettivamente rappresentativa, capace di
sviluppare un serio programma di lavoro e di coordinare l’impegno locale;
d.
concentrare molti sforzi nel realizzare e
rafforzare le strutture e gli strumenti di base di ogni impegno e lavoro
successivo: biblioteche, archivi, banche dati – con l’implicito corollario del
lavoro di raccolta della memoria storica – che possano fornire il materiale
conoscitivo da elaborare nella ricerca e nella formazione. Il Centro potrà
contare inizialmente sui fondi librari e archivistici della Biblioteca
“Concetto Marchesi” e dell’Archivio Storico del Movimento Operaio di Napoli che
lo ospitano ma è auspicabile che nel tempo altri strumenti del genere –
tradizionali e informatici – possano affiancare il Centro nel suo lavoro. Sarà
preciso impegno del Centro operare in questa direzione, anche favorendo la costituzione
di nuove strutture”. Fondamentale sarà anche assicurarsi l’accesso a banche
dati e ad archivi remoti – ufficiali o istituzionali e a quelli presenti
sul web – da cui attingere i materiali conoscitivi essenziali e non
diversamente consultabili.. Qualche compagno, ad esempio, ha segnalato che recentemente, nel giugno di
quest’anno, a cura della Agenzia Federale Russa degli Archivi, è stato
messo in rete il sito Documenti dell’Epoca Sovietica e primi documenti consultabili, e scaricabili,
secondo la presentazione , sono quelli conservati nel fondo Stalin.
e.
riuscire a utilizzare in modo generalizzato –
senza enfasi totalizzante, ma anche senza sottovalutazione – le tecnologie
informatiche che consentiranno di condividere, di partecipare, di moltiplicare
le possibilità di lavoro comune, di collaborazioni, di dialogo e di confronto:
questa prospettiva di impegno diretto e condiviso può essere elemento decisivo
non soltanto per il futuro del Centro, ma anche per lo sviluppo del lavoro su
più fronti. Occorrerà aiutare tutti i compagni ad acquisire e saper gestire
queste semplici ed economicissime tecnologie che consentiranno, tra l’altro,
una assidua partecipazione di tutti e, dunque, una reale gestione collettiva e
condivisa dell’attività del Centro.
f.
Posto che questo primo incontro nazionale sia
valso a “sgrossare” la discussione su tutte le questioni e a formulare una
prima forma organizzativa del Centro, sarà utile passare al più presto
all’avvio delle diverse attività preparatorie anche per verificare la
convergenza di intenti anche con posizioni e iniziative apparentemente
confluenti e/o prospetticamente interessanti; fondamentale è il
“posizionamento” iniziale rispetto alle realtà organizzate e il rapporto da
stabilire con esse nella vita del Centro;
g.
senza alcuna urgenza, ma in tempi non lunghi
sarà opportuno organizzare, poi, un primo evento nazionale che dia
concretamente misura e senso degli scopi del Centro, del suo modus operandi, di
potenzialità e limiti.
A più lungo termine si può ipotizzare un
percorso programmatico articolato per ambiti
tematici e territoriali. Certamente uno spazio adeguato potranno
avere i percorsi che localmente i compagni decideranno di intraprendere in loro
autonomia. Ma accanto all’impegno locale di ciascuno sarà necessario mettere a
punto percorsi di ricerca e di formazione di ambito e respiro generali a cui
anche localmente i compagni saranno chiamati a dare il proprio decisivo
contributo. Senza voler anticipare decisioni che andranno prese collettivamente
ci è sembrato opportuno già nell’appello proporre, come base di discussione, una
possibile griglia di questioni che è ulteriormente sintetizzabile riconducendo
l’impegno del Centro a tre questioni essenziali:
·
la
verità storica sul movimento comunista fino al 1953
·
il
periodo della grande svolta a partire dal 1956
·
il
processo epocale materialistico-dialettico del superamento del capitalismo
Alcuni
compagni hanno intanto suggerito alcuni percorsi di ricerca possibili. Ne
riportiamo alcuni:
a.
la
pianificazione come strumento della politica per dirigere lo sviluppo
economico, metter fine al caos dell’economia nell’epoca del capitalismo,
concentrare e finalizzare le risorse;
b.
scienza
e tecnologia nello sviluppo delle forze produttive, condizione materiale per il
superamento dei rapporti di produzione capitalistici;
c.
“cultura alta” e “cultura popolare” nei
classici del marxismo e nell’esperienza del movimento comunista;
d.
il
dibattito storico, filosofico e politico che preceddette e accompagnò la
rivoluzione bolscevica;
e.
la
prima grande crisi dell’imperialismo nel ‘900 nel centesimo anniversario dello
scoppio della prima guerra mondiale;
f.
la
disgregazione della Jugoslavia: caratteristiche del socialismo titino e
iniziativa dell’imperialismo;
g.
stato
sociale e piena occupazione: orizzonti possibili solo in una prospettiva
socialista sulla base dell’unità della classe lavoratrice;
h.
la
didattica e la pedagogia nell’URSS.
A giudizio dei compagni che hanno avanzato queste proposte esistono
le risorse umane per realizzare questi percorsi di ricerca.
3.
Strumenti
di lavoro
Dei fondi bibliotecari, archivistici
etc. come fonti indispensabili alla ricerca e alla formazione abbiamo detto.
Prematuro, forse, è pensare ad un sito
web del Centro. Cosa che, però, andrà realizzata appena possibile e con le
caratteristiche e le finalità che verranno decise insieme. Ma fin d’ora è
auspicabile che, oltre, naturalmente, ad una presenza puntuale e organizzata
sugli spazi in rete dei compagni aderenti al Centro ci si adoperi per una
presenza in siti “amici” o comunque disponibili ad ospitare i materiali del
Centro.
Naturalmente –
senza voler sottovalutare le potenzialità della “rete”, ma anche senza
enfatizzarle semplicisticamente – grande importanza continuano ad avere i
“tradizionali” strumenti dell’editoria cartacea. Anche in quest’ambito va
realizzato un coordinamento degli strumenti già esistenti e nella disponibilità
dei compagni aderenti al Centro e va perseguita una politica di collaborazione
con iniziative esterne. In quest’ambito, abbiamo concreti strumenti di lavoro e
grandi potenzialità. A sostenere le attività del Centro è già acquisita la
collaborazione delle Edizioni “La Città del Sole”. Ma è auspicabile che anche
altre iniziative “di area” possano convergere in un comune progetto coordinato:
ci auguriamo che Zambon Editore – che ha già dichiarato una sua disponibilità
di massima – possa essere concretamente a fianco del Centro, così come le
Edizioni KappaVu vogliano contribuire a dar corpo a questo progetto, soprattutto
a partire dalle grandi questioni che sono già oggetto della loro produzione e
del loro impegno militante.
C’è, inoltre
la possibilità concreta di rimettere in campo le Edizioni “Laboratorio
politico” con una rinnovata produzione gestita in comune e direttamente dal
Centro.
Naturalmente
la produzione editoriale ha un suo indispensabile corollario nella capacità di
innescare la costruzione di un circuito di diffusione militante, irrinunciabile
sia per la circolazione dei materiali prodotti – svincolata dalle strettoie
della distribuzione libraria –, sia per contribuire, nel tempo, alla raccolta
di risorse economiche necessarie all’autofinanziamento per l’attività del
Centro.
La produzione
editoriale e la diffusione militante possono avere una enorme importanza
politica, sia per orientare e alimentare nella giusta direzione il dibattito,
sia per indirizzare correttamente la formazione.
Esistono già
importanti pubblicazioni e altre in corso di produzione o di programmazione.
Altre sono state in questi giorni proposte da alcuni compagni come impegno
diretto del Centro. Tra queste le traduzioni di recenti opere pubblicate in
Russia sul periodo e sulle questioni più controverse e demonizzate
dell’esperienza sovietica: certamente le loro traduzioni, integrate con le
opportune documentazioni d’archivio, costituirebbero un grande contributo per
il ripristino della verità storica e politica e per sconfiggere ogni lettura
revisionista di quegli avvenimenti.
È stato anche
posta l’esigenza di uno strumento a stampa di supporto, comunicazione e
organizzazione dell’iniziativa del Centro, un periodico che vada a colmare un
vuoto esistente da tempo proprio per alimentare il dibattito teorico-politico e
per realizzare la formazione.
4. Struttura
organizzativa
La proposta è quella di due livelli organizzativi, uno centrale –
articolato in un coordinamento nazionale e in un consiglio o comitato di
gestione – e l’altro strutturato sui territori che mano a mano aderiranno e si
impegneranno nel percorso del Centro.
È ovvio che la struttura dovrà essere agile e rappresentativa, non
soltanto delle realtà territoriali, ma anche delle competenze. Bisognerà quindi
fare una ricognizione delle risorse e, sulla base del primo abbozzo
programmatico, pensare a strutture di lavoro specifiche ma tra loro aperte alla
collaborazione. Anche in questo caso l’utilizzo delle tecnologie elettroniche
potrà essere preziosa.
La costituzione di una sorta si “comitato scientifico” sembra – al
momento –prematuro e soltanto un inutile orpello.
A definire questa griglia organizzativa – seppure temporanea – è
necessario che contribuiscano e partecipino non soltanto i compagni presenti
alla prima riunione del 20 luglio, ma anche quelli che sono stati
impossibilitati ad esserci. Sarebbe, quindi, utile che il 20 luglio venisse
articolata e una precisa proposta che subito dopo l’estate potrebbe essere
approvata e definita anche nelle responsabilità.
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