venerdì 26 luglio 2013

INCONTRIAMOCI IL 20 LUGLIO


Nel caso che i precedenti messaggi non siano stati ricevuti o letti da qualcuno, inoltro nuovamente l'ultimo di quelli già inviati con lo schema della discussione per l’annunciato appuntamento del 20 luglio p.v.a Napoli, nella sede del Centro Culturale “La Città del Sole” al vico Giuseppe Maffei n. 4, alle ore 10,30, che vuole aprire il confronto e avviare la formazione del Centro Comunista di Documentazione, Ricerca e Formazione.
Lo schema tiene già conto del punto di vista, delle proposte di lavoro e dei suggerimenti che alcuni compagni hanno intanto fatto pervenire. Sarà utilissimo che tutti – anche quelli che non potranno partecipare di persona – facciano pervenire una valutazione critica costruttiva su quanto è stato già messo in campo ed è in discussione. Tra i compiti del costituendo Centro c’è sicuramente anche quello di recuperare e praticare un corretto stile di lavoro ed è quanto mai opportuno iniziare anche dalla buona vecchia abitudine di far conoscere in anticipo le questioni in discussione.
Invito nuovamente tutti voi a fare il possibile per essere presenti. Si tratta – come già dicevo nelle precedenti comunicazioni – “di un primo incontro – interlocutorio ma essenziale – a cui è importante che siano presenti i compagni effettivamente e fortemente motivati a proseguire il cammino” fin dall’inizio dell’autunno, sfruttando il periodo estivo per preparare quanto necessario.
Saluti comunisti.
Per il Comitato promotore
Sergio Manes

Cari compagni,
lo schema delle questioni da discutere nella riunione del 20 luglio p.v.(ve lo ricordo: a Napoli, nella sede del Centro Culturale “La Città del Sole” al vico Giuseppe Maffei n. 4, alle ore 10,30, per confrontarci e avviare la formazione del Centro Comunista di Documentazione, Ricerca e Formazione) vi era già stato anticipato nelle precedenti comunicazioni. D’altro canto uno scarno – e ovvio – ordine del giorno non aiuterebbe molto l’avvio di un confronto che, invece, richiede una serrata e consapevole discussione. È sembrato, allora, più utile e corretto anticipare – per punti e nelle sue linee essenziali – la relazione introduttiva alla riunione – che, del resto ricalca lo schema già fatto circolare, integrato dalle osservazioni e dai suggerimenti intanto pervenuti – in modo che ne siano informati anche i compagni che per motivi diversi non ne avessero avuto conoscenza, ma anche perché in tal modo i compagni che saranno presenti avranno modo di meglio articolare il loro intervento, mentre quelli impossibilitati a partecipare potranno – se lo riterranno opportuno – far pervenire un loro contributo critico.
I compagni perdoneranno, quindi, la lunghezza.
1.     Scopi e finalità
Pur avvertendo l’esigenza primaria della ricostruzione del partito, il Centro Comunista di Documentazione, Ricerca e Formazione non opererà in supplenza né interferirà con l’operato di altre organizzazioni che hanno questo come loro obbiettivo dichiarato. Esso, anzi – attraverso la comune riflessione sull’esperienza storica, la generale riappropriazione della visione del mondo e del metodo marxisti e una serrata lotta ideologica attiva –, darà la propria concreta collaborazione per definire insieme i termini della critica dell’economia politica del nostro tempo e della trasformazione dello stato di cose presente.

·         Il Centro, dunque, nasce con l’obbiettivo di essere luogo organizzato di attività e iniziativa dei comunisti, ma non vuole e non deve essere l’ennesimo aggregato di tipo partitico, né organismo di tipo teorico e accademico (tipo “istituto”).
·         È organismo dichiaratamente “comunista” – non soltanto “marxista” – proprio per riaffermare l’orgoglio comunista e rivendicarne la storia, nella consapevolezza di dover comprenderne e superne limiti ed errori; perché sia chiaro che la sua finalizzazione non è accademica, ma storica, vale a dire politica e militante; affinché il suo percorso includa le intelligenze e le lotte di militanti comunisti – ivi compresi gli intellettuali che siano concretamente impegnati nello scontro di classe –, a prescindere dalle appartenenze, e che nell’impegno comune possano maturare motivi di condivisione di progetti e di lotte.
·         Opererà non realizzando “studi” astratti frutto di soggettivismo e unilateralismo, ma su basi concrete documentarie riproponendo la concezione e il metodo di lavoro scientifico di Marx e di Lenin attraverso il recupero della memoria, della visione del mondo e degli strumenti del socialismo scientifico per poterli integrare e investire nello scontro di classe.
·         Consapevole del ritardo accumulato nella comprensione dei modi in cui la realtà dello scontro di classe si è evoluta, il Centro finalizzerà le sue analisi e le sue ricerche alla verifica concreta nella realtà di ipotesi di trasformazione dell’esistente
·         Poiché anche la teoria più scientifica del mondo per potersi “impossessare delle masse” e da buon proponimento diventare fattore attivo della storia ha bisogno che uomini in carne ed ossa sappiano consapevolmente interpretarla e applicarla, il Centro  opererà anche per colmare l’altro complementare ritardo del movimento comunista contemporaneo, quello della formazione, intesa, tuttavia, non come “scuola di partito”, ma come ricaduta naturale sia a livello di massa, sia a livello dei militanti della elaborazione realizzata in stretta connessione con le lotte delle classi subalterne e dei popoli. Ma anche come proiezione e investimento per il futuro. In quest’ambito è auspicable che questo impegno si possa svolgere in collaborazione e sinergia con altre realtà organizzate.
·         In mancanza del partito e nella consapevolezza di non poterlo improvvisare, è impresa difficilissima per mantenere il giusto equilibrio e non scivolare gradualmente verso le insidie sempre in agguato del gruppettarismo o del’ideologismo astratto
·         Il Centro non lavorerà perseguendo obbiettivi angusti e sterili di polemica con qualsivoglia parte politica, né riproponendo vecchie “certezze” con lo sguardo rivolto al passato, né assumendo il proprio bagaglio di conoscenze come dato e immutabile. IL Centro lavorerà sui fatti, sulle contraddizioni aperte della realtà contemporanea e cercherà la verifica del proprio lavoro di analisi concreta della realtà concreta nello scontro di classe, fuori da ogni rappresentazione e utilizzo stereotipati e metafisici delle categorie e del metodo del socialismo scientfico.

In particolare il Centro opererà per:
a.   sconfiggere il revisionismo (storico e teorico), il trotzkismo, movimentismo, etc.
b.   riaffermare valori, contenuti, metodi e orizzonti del m-l
c.    applicare gli insegnamenti dell’esperienza e della teoria all’analisi della realtà attuale
d.      creare le condizioni per il confronto e la lotta dei comunisti su obbiettivi condivisi
e.       contribuire a formare consenso di massa al comunismo e giovani militanti

Il Centro eviterà:
f.    concezioni e tentazioni da piccolo gruppo o, peggio, da ennesimo partitino
g.   impostazioni e derive di tipo aristocratico e accademico, di fatto separate dalla militanza e della lotta di classe
h.   confusione tra politica e ideologia pensando che una conoscenza astratta della teoria sia tutto quello di cui i comunisti hanno bisogno per cambiare lo stato di cose presente
i.    schematismo e dogmatismo, rifuggendo dall’ortodossia, ma non dal rigore
l.    ogni interpretazione opportunista e ogni “nuovismo”, pur mantenendo la necessaria flessibilità


2.     Programma
In questa fase è prematuro parlare già di un vero organico programma di lavoro che potrà – e dovrà – essere al più presto messo a punto non appena sarà stata avviato il dibattito e il Centro potrà avere le sue prime strutture organizzate.
Fin d’ora, tuttavia, è possibile e necessario che si pasi al più presto dalla fase meramente progettuale ad una operativa, seppure parziale, ma per un verso fondata sulle reali potenzialità e disponibilità, per altro verso propedeutica alle future attività.
Per questi motivi sembra opportuno in questa fase iniziale:
a.              fare appello a realtà comuniste organizzate e a singoli militanti per averne il sostegno e la partecipazione a questa iniziativa, senza intenti egemonici e senza illusioni che questo percorso possa surrogare altre esperienze ed esigenze;
b.              operare perché il Centro possa avere riferimenti e referenti decentrati ovunque sia possibile, in modo da avere maggiori garanzie che l’impegno sia legato alle contraddizioni reali e alla militanza dei compagni; naturalmente bisognerà essere attenti a non degradare e disperdere nel localismo l’impegno profuso;
c.               senza investimenti e appesantimenti burocratici organizzare una struttura centrale effettivamente rappresentativa, capace di sviluppare un serio programma di lavoro e di coordinare l’impegno locale;
d.              concentrare molti sforzi nel realizzare e rafforzare le strutture e gli strumenti di base di ogni impegno e lavoro successivo: biblioteche, archivi, banche dati – con l’implicito corollario del lavoro di raccolta della memoria storica – che possano fornire il materiale conoscitivo da elaborare nella ricerca e nella formazione. Il Centro potrà contare inizialmente sui fondi librari e archivistici della Biblioteca “Concetto Marchesi” e dell’Archivio Storico del Movimento Operaio di Napoli che lo ospitano ma è auspicabile che nel tempo altri strumenti del genere – tradizionali e informatici – possano affiancare il Centro nel suo lavoro. Sarà preciso impegno del Centro operare in questa direzione, anche favorendo la costituzione di nuove strutture”. Fondamentale sarà anche assicurarsi l’accesso a banche dati e ad archivi remoti – ufficiali o istituzionali e a quelli presenti sul web – da cui attingere i materiali conoscitivi essenziali e non diversamente consultabili.. Qualche compagno, ad esempio, ha segnalato che recentemente, nel giugno di quest’anno, a cura  della Agenzia Federale Russa degli Archivi, è stato messo in rete il sito Documenti dell’Epoca Sovietica e  primi documenti consultabili, e scaricabili, secondo la presentazione ,  sono quelli conservati nel fondo Stalin.
e.              riuscire a utilizzare in modo generalizzato – senza enfasi totalizzante, ma anche senza sottovalutazione – le tecnologie informatiche che consentiranno di condividere, di partecipare, di moltiplicare le possibilità di lavoro comune, di collaborazioni, di dialogo e di confronto: questa prospettiva di impegno diretto e condiviso può essere elemento decisivo non soltanto per il futuro del Centro, ma anche per lo sviluppo del lavoro su più fronti. Occorrerà aiutare tutti i compagni ad acquisire e saper gestire queste semplici ed economicissime tecnologie che consentiranno, tra l’altro, una assidua partecipazione di tutti e, dunque, una reale gestione collettiva e condivisa dell’attività del Centro.
f.                Posto che questo primo incontro nazionale sia valso a “sgrossare” la discussione su tutte le questioni e a formulare una prima forma organizzativa del Centro, sarà utile passare al più presto all’avvio delle diverse attività preparatorie anche per verificare la convergenza di intenti anche con posizioni e iniziative apparentemente confluenti e/o prospetticamente interessanti; fondamentale è il “posizionamento” iniziale rispetto alle realtà organizzate e il rapporto da stabilire con esse nella vita del Centro;
g.              senza alcuna urgenza, ma in tempi non lunghi sarà opportuno organizzare, poi, un primo evento nazionale che dia concretamente misura e senso degli scopi del Centro, del suo modus operandi, di potenzialità e limiti.

A più lungo termine si può ipotizzare un percorso programmatico articolato per ambiti  tematici e territoriali. Certamente uno spazio adeguato potranno avere i percorsi che localmente i compagni decideranno di intraprendere in loro autonomia. Ma accanto all’impegno locale di ciascuno sarà necessario mettere a punto percorsi di ricerca e di formazione di ambito e respiro generali a cui anche localmente i compagni saranno chiamati a dare il proprio decisivo contributo. Senza voler anticipare decisioni che andranno prese collettivamente ci è sembrato opportuno già nell’appello proporre, come base di discussione, una possibile griglia di questioni che è ulteriormente sintetizzabile riconducendo l’impegno del Centro a tre questioni essenziali:
·         la verità storica sul movimento comunista fino al 1953
·         il periodo della grande svolta a partire dal  1956
·         il processo epocale materialistico-dialettico del superamento del capitalismo
Alcuni compagni hanno intanto suggerito alcuni percorsi di ricerca possibili. Ne riportiamo alcuni:
a.                  la pianificazione come strumento della politica per dirigere lo sviluppo economico, metter fine al caos dell’economia nell’epoca del capitalismo, concentrare e finalizzare le risorse;
b.                  scienza e tecnologia nello sviluppo delle forze produttive, condizione materiale per il superamento dei rapporti di produzione capitalistici;
c.                   “cultura alta” e “cultura popolare” nei classici del marxismo e nell’esperienza del movimento comunista;
d.                  il dibattito storico, filosofico e politico che preceddette e accompagnò la rivoluzione bolscevica;
e.                  la prima grande crisi dell’imperialismo nel ‘900 nel centesimo anniversario dello scoppio della prima guerra mondiale;
f.                    la disgregazione della Jugoslavia: caratteristiche del socialismo titino e iniziativa dell’imperialismo;
g.                  stato sociale e piena occupazione: orizzonti possibili solo in una prospettiva socialista sulla base dell’unità della classe lavoratrice;
h.                  la didattica e la pedagogia nell’URSS.
A giudizio dei compagni che hanno avanzato queste proposte esistono le risorse umane per realizzare questi percorsi di ricerca.


3.     Strumenti di lavoro
Dei fondi bibliotecari, archivistici etc. come fonti indispensabili alla ricerca e alla formazione abbiamo detto.
Prematuro, forse, è pensare ad un sito web del Centro. Cosa che, però, andrà realizzata appena possibile e con le caratteristiche e le finalità che verranno decise insieme. Ma fin d’ora è auspicabile che, oltre, naturalmente, ad una presenza puntuale e organizzata sugli spazi in rete dei compagni aderenti al Centro ci si adoperi per una presenza in siti “amici” o comunque disponibili ad ospitare i materiali del Centro.
Naturalmente – senza voler sottovalutare le potenzialità della “rete”, ma anche senza enfatizzarle semplicisticamente – grande importanza continuano ad avere i “tradizionali” strumenti dell’editoria cartacea. Anche in quest’ambito va realizzato un coordinamento degli strumenti già esistenti e nella disponibilità dei compagni aderenti al Centro e va perseguita una politica di collaborazione con iniziative esterne. In quest’ambito, abbiamo concreti strumenti di lavoro e grandi potenzialità. A sostenere le attività del Centro è già acquisita la collaborazione delle Edizioni “La Città del Sole”. Ma è auspicabile che anche altre iniziative “di area” possano convergere in un comune progetto coordinato: ci auguriamo che Zambon Editore – che ha già dichiarato una sua disponibilità di massima – possa essere concretamente a fianco del Centro, così come le Edizioni KappaVu vogliano contribuire a dar corpo a questo progetto, soprattutto a partire dalle grandi questioni che sono già oggetto della loro produzione e del loro impegno militante.
C’è, inoltre la possibilità concreta di rimettere in campo le Edizioni “Laboratorio politico” con una rinnovata produzione gestita in comune e direttamente dal Centro.
Naturalmente la produzione editoriale ha un suo indispensabile corollario nella capacità di innescare la costruzione di un circuito di diffusione militante, irrinunciabile sia per la circolazione dei materiali prodotti – svincolata dalle strettoie della distribuzione libraria –, sia per contribuire, nel tempo, alla raccolta di risorse economiche necessarie all’autofinanziamento per l’attività del Centro.
La produzione editoriale e la diffusione militante possono avere una enorme importanza politica, sia per orientare e alimentare nella giusta direzione il dibattito, sia per indirizzare correttamente la formazione.
Esistono già importanti pubblicazioni e altre in corso di produzione o di programmazione. Altre sono state in questi giorni proposte da alcuni compagni come impegno diretto del Centro. Tra queste le traduzioni di recenti opere pubblicate in Russia sul periodo e sulle questioni più controverse e demonizzate dell’esperienza sovietica: certamente le loro traduzioni, integrate con le opportune documentazioni d’archivio, costituirebbero un grande contributo per il ripristino della verità storica e politica e per sconfiggere ogni lettura revisionista di quegli avvenimenti.
È stato anche posta l’esigenza di uno strumento a stampa di supporto, comunicazione e organizzazione dell’iniziativa del Centro, un periodico che vada a colmare un vuoto esistente da tempo proprio per alimentare il dibattito teorico-politico e per realizzare la formazione.


4.       Struttura organizzativa
La proposta è quella di due livelli organizzativi, uno centrale – articolato in un coordinamento nazionale e in un consiglio o comitato di gestione – e l’altro strutturato sui territori che mano a mano aderiranno e si impegneranno nel percorso del Centro.
È ovvio che la struttura dovrà essere agile e rappresentativa, non soltanto delle realtà territoriali, ma anche delle competenze. Bisognerà quindi fare una ricognizione delle risorse e, sulla base del primo abbozzo programmatico, pensare a strutture di lavoro specifiche ma tra loro aperte alla collaborazione. Anche in questo caso l’utilizzo delle tecnologie elettroniche potrà essere preziosa.
La costituzione di una sorta si “comitato scientifico” sembra – al momento –prematuro e soltanto un inutile orpello.

A definire questa griglia organizzativa – seppure temporanea – è necessario che contribuiscano e partecipino non soltanto i compagni presenti alla prima riunione del 20 luglio, ma anche quelli che sono stati impossibilitati ad esserci. Sarebbe, quindi, utile che il 20 luglio venisse articolata e una precisa proposta che subito dopo l’estate potrebbe essere approvata e definita anche nelle responsabilità.

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