venerdì 26 luglio 2013

PROPOSTA DI DISCUSSIONE



Scopi
Attraverso la riflessione sull’esperienza storica e la riacquisizione della visione del mondo marxista, attivare una serrata lotta ideologica attiva per:
        sconfiggere il revisionismo (storico e teorico), il trotzkismo, movimentismo, etc.
        riaffermare valori, contenuti, metodi e orizzonti del m-l
        applicare gli insegnamenti dell’esperienza e della teoria all’analisi della realtà attuale
        creare le condizioni per il confronto e la lotta dei comunisti su obbiettivi condivisi
        contribuire a formare consenso di massa al comunismo e giovani militanti

Vanno evitate
        concezioni e tentazioni da piccolo gruppo o, peggio, da ennesimo partitino
        impostazioni e derive di tipo aristocratico e accademico, di fatto separate dalla militanza e della lotta di classe
        confusione tra politica e ideologia (in senso negativo) pensando che una conoscenza astratta della teoria sia tutto quello di cui i comunisti hanno bisogno per cambiare lo stato di cose presente
        schematismo e dogmatismo, rifuggendo dall’ortodossia, ma non dal rigore
        ogni interpretazione opportunista e ogni “nuovismo”, pur mantenendo la necessaria flessibilità

Il nome scelto non è casuale
Centro                     luogo organizzato di attività e iniziativa, ma che non vuole e non deve essere né l’ennesimo aggregato di tipo partititico, né organismo di tipo teorico e accademico (tipo “istituto”)
Comunista               non “marxista”, proprio per riaffermare l’orgoglio comunista e rivendicarne la storia, nella consapevolezza di dove comprenderne e superne limiti ed errori; perché sia chiaro che la sua finalizzazione non è accademica, ma storica, vale a dire politica e militante; affinché il suo percorso includa le intelligenze e le lotte di militanti comunisti, a prescindere dalle appartenenze, e che nell’impegno comune possano maturare motivi di condivisione di progetti e di lotte
Documentazione    non di “studi” astratti, dunque, ma di recupero della memoria, della visione del mondo e degli strumenti del socialismo scientifico per poterli integrare e investire nello scontro di classe
Ricerca                    cioè di riflessione finalizzata alla verifica sperimentale nella realtà sotto forma di analisi e ipotesi di trasformazione dell’esistente
Formazione            non intesa come “scuola di partito”, ma come ricaduta naturale sia a livello di massa, sia a livello dei militanti della elaborazione realizzata in stretta connessione con le lotte delle classi subalterne e dei popoli. Ma anche come proiezione e investimento per il futuro.
In mancanza del partito e nella consapevolezza di non poterlo improvvisaàre, è impresa difficilissima per mantenere il giusto equilibrio e non scivolare gradualmente verso le insidie sempre in agguato del gruppettarismo o del’ideologismo astratto
Il Centro non lavorerà perseguendo obbiettivi angusti e sterili di polemica con qualsivoglia parte politica, né riproponendo vecchie “certezze” con lo sguardo rivolto al passato, né assumendo il proprio bagaglio di conoscenze come dato e immutabile. IL Centro lavorerà sui fatti, sulle contraddizioni aperte della realtà contemporanea e cercherà la verifica del proprio lavoro di analisi concreta della realtà concreta nello scontro di classe, fuori da ogni rappresentazione e utilizzo stereotipati e metafisici delle categorie e del metodo del socialismo scientfico.

Come iniziare
Per questi motivi sembra opportuno in questa fase iniziale:
        fare appello a realtà comuniste organizzate e a singoli militanti di sostenere e partecipare a questa iniziativa, senza intenti egemonici e senza illusioni che questo percorso possa surrogare altre esperienze ed esigenze
        operare perché il Centro possa avere riferimenti e referenti decentrati ovunque sua possibile, in modo da avere maggiori garanzie che l’impegno sia legato alle contraddizioni reali e alla militanza dei compagni; naturalmente bisognerà essere attenti a non degradare e disperdere nel localismo l’impegno profuso
        senza investimenti e appesantimenti burocratici organizzare una struttura centrale effettivamente rappresentativa, capace di sviluppare un serio programma di lavoro e di coordinare l’impegno locale
        concentrare molti sforzi nel realizzare e rafforzare le strutture e gli strumenti di base di ogni impegno e lavoro successivo: biblioteche, archivi, banche dati – con l’implicito corollario del lavoro di raccolta della memoria storica – che possano fornire il materiale conoscitivo da elaborare nella ricerca e nella formazione. Come già accennavamo nell’appello, “il Centro potrà contare inizialmente sui fondi librari e archivistici della Biblioteca “Concetto Marchesi” e dell’Archivio Storico del Movimento Operaio di Napoli che lo ospitano. È auspicabile che nel tempo altri strumenti del genere – tradizionali e informatici – possano affiancare il Centro nel suo lavoro. Sarà preciso impegno del Centro operare in questa direzione, anche favorendo la costituzione di nuove strutture”.
        riuscire a utilizzare in modo generalizzato – senza enfasi totalizzante, ma anche senza sottovalutazione – le tecnologie informatiche che consentiranno di condividere, di partecipare, di moltiplicare le possibilità di lavoro comune, di collaborazioni, di dialogo e di confronto: questa prospettiva di impegno diretto e condiviso può essere elemento decisivo non soltanto per il futuro del Centro, ma anche per lo sviluppo del lavoro su più fronti
        un primo incontro nazionale è necessario per conoscersi, “sgrossare” la discussione su tutte le questioni e per formulare una prima ipotesi sulla forma da dare agli organismi del Centro; l’invito alla partecipazione e il rapporto diretto può essere utile per verificare la convergenza di intenti anche con posizioni e iniziative apparentemente confluenti e/o prospetticamente interessanti; fondamentale è il “posizionamento” iniziale rispetto alle realtà organizzate e il rapporto da stabilire con esse nella vita del Centro
         senza alcuna urgenza, ma in tempi non lunghi sarà opportuno organizzare, poi, un primo evento nazionale che dia concretamente misura e senso degli scopi del Centro, del suo modus operandi, di potenzialità e limiti

Percorsi di lavoro
In questa fase è prematuro parlare di programma che potrà – e dovrà – essere al più presto messo a punto non appena sarà stata avviato il dibattito e il Centro potrà avere le sue prime strutture organizzate.
Certamente uno spazio adeguato potranno avere i percorsi che localmente i compagni decideranno di intraprendere in loro autonomia. Ma accanto all’impegno locale di ciascuno sarà necessario mettere a punto percorsi di ricerca e di formazione di ambito e respiro generali a cui anche localmente i compagni saranno chiamati a dare il proprio decisivo contributo. Senza voler anticipare decisioni che andranno prese collettivamente ci è sembrato opportuno già nell’appello proporre, come base di discussione, una possibile griglia di questioni che è ulteriormente sintetizzabile riconducendo l’impegno del Centro a tre questioni essenziali:
·         la verità storica sul movimento comunista dal 1924 al 1953
·         il periodo della grande svolta a partire dal  1956
·         il processo epocale materialistico-dialettico della superamento del capitalismo

Strumenti di lavoro
Dei fondi bibliotecari, archivistici etc. come fonti indispensabili alla ricerca e alla formazione abbiamo detto. Naturalmente occorrerà ricercare e garantirsi l’accesso a fonti esterne – ufficiali o istituzionali e a quelle presenti sul web – da cui attingere i materiali conoscitivi essenziali e non diversamente consultabili.
Prematuro, già ora, è pensare ad un sito web del Centro. Cosa che, però, andrà realizzata appena possibile e con le caratteristiche e le finalità che verranno decise insieme. Ma fin d’ora è auspicabile che, oltre, naturalmente, ad una presenza puntuale e organizzata sugli spazi in rete dei compagni aderenti al Centro ci si adoperi per una presenza in siti “amici” o comunque disponibili ad ospitare i materiali del Centro.
Naturalmente – senza voler sottovalutare le potenzialità della “rete”, ma anche senza enfatizzarle semplicisticamente – grande importanza continuano ad avere i “tradizionali” strumenti dell’editoria cartacea. Anche in quest’ambito va realizzato un coordinamento degli strumenti già esistenti e nella disponibilità dei compagni aderenti al Centro e va perseguita una politica di collaborazione con iniziative esterne.
Ma, in quest’ambito, abbiamo concreti strumenti di lavoro e grandi potenzialità.

Ipotesi di attività editoriale
A sostenere le attività del Centro è già acquisita la collaborazione delle Edizioni “La Città del Sole”. Ma è auspicabile che anche altre iniziative “di area” possano convergere in un comune progetto coordinato: ci auguriamo che Zambon Editore e le Edizioni KappaVu vogliano contribuire a dar corpo a questo progetto.
C’è, inoltre la possibilità concreta di rimettere in campo le Edizioni “Laboratorio politico” con una rinnovata produzione gestita in comune e direttamente dal Centro.

Naturalmente la produzione editoriale ha un suo indispensabile corollario nella capacità di innescare la costruzione di un circuito di diffusione militante, irrinunciabile sia per la circolazione dei materiali prodotti svincolandola dalle strettoie della distribuzione libraria, sia per contribuire, nel tempo, alla raccolta di risorse economiche necessarie per l’attività del Centro.

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