giovedì 5 settembre 2013

Per la riunione tecnica del 14 settembre

Il prossimo 14 settembre i compagni incaricati – o che intendono farsi carico – di preparare l’assemblea costitutiva del Centro Comunista di Documentazione, Ricerca e Formazione prevista per novembre dovranno lavorare su quanto emerso – linee guida, scopi, metodi di lavoro, programma, etc. – nei documenti preparatori, nella riunione di luglio di Napoli e dai contributi fatti intanto pervenire dai compagni e pubblicati sul “blog”http://ccdrf.blogspot.it/ o circolati direttamente sulla mailing-list. Un lavoro essenziale sugli elementi fondativi che non lasci zone d’ombra né tra chi vorrà farsi carico del lavoro che il Centro dovrà affrontare, né nei confronti degli interlocutori esterni.
1.          Il Centro intende essere strumento di lotta all’anticomunismo, di riflessione puntuale sull’esperienza del movimento comunista, di comprensione delle trasformazioni intervenute e in atto nella realtà, di formazione di giovani e di intellettuali organici alla classe lavoratrice. Questi obiettivi potranno essere raggiunti – in positivo, fuori da ogni contrapposizione, in modo trasversale – sulla base del pensiero critico marxista come strumento scientifico di interpretazione e cambiamento della realtà in continua trasformazione. La partecipazione al Centro o la collaborazione con esso presuppongono la comune esigenza di ricerca, di documentazione e di battaglia culturale e scientifica che non ha trovato finora la sede in cui organizzarsi, che sblocchi il dibattito tra comunisti e ne rilanci la capacità di coinvolgimento e di egemonia.
2.          Una più approfondita comprensione delle condizioni oggettive e soggettive in cui sono state realizzate la rivoluzione bolscevica e l’esperienza di transizione verso il socialismo nell’URSS è il primo dei percorsi che il Centro dovrà intraprendere. Particolare attenzione dovrà essere prestata – attraverso le fonti documentarie e la individuazione dei dati oggettivi – alle scelte innovative fatte anche dopo la morte di Lenin e fino alla controrivoluzione krusceviana, avviata con il XX° Congresso del PCUS e proseguita nella deriva involutiva culminata con la disintegrazione del partito e dello Stato sovietici. Quest’impegno di approfondimento è innanzi tutto irrinunciabile e discriminante per combattere le vulgate anticomuniste e le falsificazioni della storia che purtroppo sono state largamente introiettate da settori che pure sono antagonisti al sistema o che si definiscono comunisti. E questo è avvenuto anche perché le posizioni dei comunisti e la difesa del loro patrimonio storico sono state presentate spesso in forme caricaturali.
3.          L’approfondimento dell’esperienza sovietica, pur nella sua complessa centralità, non esaurisce l’interesse del Centro verso la storia – estremamente più ricca e articolata – del movimento comunista novecentesco. In primo luogo perché proprio l’elaborazione leninista e l’Ottobre permisero l’irruzione dei popoli nella storia e ne fecero i protagonisti dell’intero secolo. In secondo luogo perché le importantissime esperienze realizzate altrove in condizioni oggettive molto diverse, prima dal proletariato di altri Paesi europei e, man mano dai popoli ex-coloniali – inizialmente sotto la direzione dell’Internazionale e successivamente in sostanziale autonomia –, sono ricchissime di insegnamenti. In breve, il comunismo novecentesco non si esaurisce nell’Unione Sovietica, ma è il fattore determinante della storia dell’intero secolo. Sarà determinante coglierne e valorizzarne i successi, ma anche individuarne e comprenderne le sconfitte e i limiti, mettendo particolare attenzione non soltanto ai tratti comuni, ma anche e soprattutto alle diversità – oggettive e soggettive – e, dunque, alle peculiarità di ciascuna. Così impostato il lavoro del Centro consentirà di scrollarsi di dosso le inevitabili scorie eurocentriche delle origini e cogliere la dimensione globale del comunismo.
4.          In questa chiave di lettura universalistica particolare attenzione dovrà essere dedicata alle altre esperienze rivoluzionarie comuniste che hanno improntato di sé il secolo scorso. Tra queste, quella cinese – anch’essa molto complessa, ma diversa per le profonde differenze strutturali e sovrastrutturali di quella realtà – in tutte le sue contraddittorie articolazioni. Il contributo portato dal partito cinese sotto la direzione di Mao, la svolta denghista e la centralità della Cina sulla scena internazionale contemporanea, le sue persistenti diversità, la conoscenza ancora superficiale di quella realtà e il disorientamento che ha indotto nel movimento comunista, impongono questo lavoro di documentazione, di approfondimento, di dibattito.
5.          In Italia il ruolo progressivo e la lotta dei comunisti sono stati rappresentati – fino agli anni ‘60 in maniera pressoché esclusiva, successivamente in modo ancora largamente maggioritario – dal PCI. Né va sottovalutata l’influenza da questo partito avuto anche a livello internazionale, sia per merito dell’elaborazione gramsciana, sia per essere stato, a partire dal secondo dopoguerra, il più grande e forte partito comunista non al potere. Anche questa esperienza è stata estremamente complessa e ha avuto, naturalmente, le sue peculiarità. Per quasi mezzo secolo esso è stato l'organizzazione di classe e internazionalista che ha raccolto l'adesione di milioni di lavoratori, di donne, di giovani. In seguito – a partire dall’VIII° Congresso, all’interno della deriva revisionista e controrivoluzionaria in atto a livello internazionale – esso ha subito una involuzione conclusa con l’autoscioglimento. Il Centro deve impegnarsi con tutti i comunisti a dare una spiegazione a questo devastante epilogo e a trovare una risposta alla domanda di come e perché da quella gloriosa organizzazione si sia potuti approdare al PD. Il dibattito franco su questo fenomeno complesso – senza opportunistici scivolamenti autoassolutori e recuperi di suggestioni e posizioni già sconfitte, ma recuperando, al contrario, il patrimonio di esperienze positive – può aiutare a trovare risposte e rimedi alle attuali difficoltà dei comunisti in Italia.
6.          Le vicende storiche del movimento comunista sono e debbono essere il centro del nostro lavoro oggi, perché gravide di insegnamenti preziosi per l’orientamento e la formazione. D'altro canto non possiamo sottrarci dall'inquadrare queste questioni all'interno di un contesto materialistico e dialettico a cui tutti gli avvenimenti vanno ricondotti, sia per capirne il senso oggettivo, sia per analizzare le questioni irrisolte che hanno determinato i cambiamenti negativi in quella che per decenni abbiamo considerato, in modo non dialettico, l'ascesa irreversibile delmovimento comunista. Questo indirizzo di ricerca non dovrà perdersi nei meandri di un “aggiornamento” del marxismo che è tipico delle correnti di pensiero sostanzialmente idealiste e revisioniste. Il compito del Centro sarà di enucleare i concetti scientifici e rivoluzionari che il marxismo e il leninismo ci mettono a disposizione per farne dei canoni interpretativi della realtà odierna, senza schemi riduttivi e precostituiti. In particolare,il lavoro del Centro dovrà essere orientato a discutere e individuare nell'epoca della mondializzazione, la dinamica delle contraddizioni interimperialiste – in particolare quella USA/UE –, il punto di arrivo della crisi economica e le strategie militari, il modo in cui e classi lavoratrici e ipopoli – in una concezione e una pratica attuali dell’internazionalismo proletario – possono riorganizzarsi e portare a termine vittoriosamente la comune lotta per il comunismo.
7.          Tutti i percorsi di ricerca e di approfondimento che il Centro intraprenderà avranno nei rispettivi sviluppi due ricadute irrinunciabili. La prima rivolta a sconfiggere le idee e la propaganda dell’anticomunismo dominante continuamente riprodotte e riproposte sia dall’avversario, sia all’interno dello stesso schieramento anticapitalista e, perfino, da coloro che si dicono ancora comunisti. La seconda rivolta sia alla diffusione della verità storica, dei valori e degli obiettivi del comunismo all’interno della classe lavoratrice e delle masse popolari, sia ad alfabetizzare e formare le nuove generazioni. Il lavoro di formazione, inoltre, non potrà prescindere dalla necessità di partire anche dalle grandi questioni e dalle contraddizioni che polarizzano l’interesse, le sofferenze e le speranze di lavoratori e giovani in questo tempo.
8.          Questo progetto potrà essere realizzato mano a mano che le adesioni al Centro e l’impegno dei compagni renderanno possibile aprire e organizzare percorsi di lavoro. Fondamentale sarà l’acquisizione di elementi documentari e conoscitivi – da banche dati remote o da realizzare all’interno del Centro – da porre a fondamento scientifico del lavoro da svolgere. Utilissimo sarà centralizzare e generalizzare notizie relative agli archivi remoti e fornire elenchi e inventari dei materiali posseduti (libri, documenti d’archivio, periodici, files, etc.). Altrettanto necessario sarà organizzare e coordinare il lavoro in specifiche commissioni nazionali, così come sarà opportuno riferire al Centro anche le iniziative locali – magari più specifiche e legate a singole realtà territoriali – in modo da favorire collaborazioni e ricondurre a unità l’impegno di tutti i compagni.
9.          Fin dal primo momento è stato sottolineato da tutti i compagni la necessità di accompagnare il lavoro del Centro con una produzione editoriale che sia, ad un tempo, strumento di lavoro – informazione e documentazione, dibattito e formazione – all’interno del Centro, e mezzo irrinunciabile di allargare l’influenza e le collaborazioni del Centro con altri compagni e soggetti organizzati e, dunque, anche per condividere, enfatizzare e moltiplicare i risultati positivi che il Centro saprà realizzare.
10.       Infine, dovranno essere individuate e organizzate materialmente le forme che tutto il lavoro del Centro dovrà concretamente avere: strutturare le iniziative di lavoro e, ancor più, la diffusione sistematica dei materiali prodotti saranno fattori decisivi.

Questa la griglia di lavoro della riunione tecnica del 14 settembre p. v.
Preghiamo i compagni che pensano di essere presenti all’incontro di attenersi rigorosamente ai diversi punti proposti per la discussione. Allo stesso modo invitiamo anche tutti i compagni che non potranno intervenire personalmente a far avere i propri contributi di critica, di arricchimento e di approfondimento tenendo conto che non si tratta, con tutta evidenza, di un documento – che, del resto un comitato tecnico e provvisorio non avrebbe alcuna veste per produrre – e, quindi, di esprimere il proprio pensiero non nella forma di “emendamenti”, ma, più semplicemente, di suggerimenti e arricchimenti discorsivi. Teniamo conto che dal buon andamento e dagli esiti della riunione del 14 dipendono sia la possibilità di avere nuove adesioni al Centro, sia la partecipazione impegnativa all’assemblea fondativa di novembre.
Buon lavoro a tutti e saluti comunisti
Il comitato tecnico provvisorio

Nessun commento:

Posta un commento